La si conosce perché aiuta l’assorbimento del calcio nelle ossa, ma la vitamina D fa anche molto altro.
Innanzitutto questa vitamina è in verità un ormone e agisce su tutte le cellule nelle quali è presente il suo recettore specifico, influenzando le funzioni della cellula stessa (a volte inibendo, altre stimolando ed altre ancora regolando la funzione alterata che ha portato alla patologia).
E se teniamo conto che questi recettori sono presenti nella quasi totalità dei tessuti, si capisce subito l’utilità della vitamina D per il nostro organismo.
È una “vitamina” liposolubile. Quindi la si trova negli alimenti grassi, soprattutto animali, e va d’accordo con alimenti grassi e oleosi, che ne permettono l’assorbimento. Per questo si consiglia di assumerla vicino ad un pasto.
Quando assumere la vitamina D?
È fondamentale, oltre che assumerla vicino a un pasto per assimilarla meglio, anche farlo quotidianamente, cioè ogni giorno.
Quest’ultimo aspetto è molto importante, ma è purtroppo alquanto sottovalutato.
Per poter ottenere un buon effetto terapeutico è necessario che i livelli della vitamina D nel sangue siano alti, ma soprattutto che rimangano costantemente alti: solo così si ottiene la giusta risposta terapeutica dei suoi recettori e il suo ottimale assorbimento a livello intestinale.
Tenuto conto che la vitamina D nel sangue subisce un percorso che ne dimezza la concentrazione nel giro di poco tempo, non basta somministrarla due volte a settimana o addirittura una volta al mese, come accade solitamente secondo prescrizione medica.
Se non viene somministrata quotidianamente, la vitamina D non raggiungerà buoni livelli in modo costante, risultando in alcuni casi del tutto inutile.
Che dosi di vitamina D si devono assumere quotidianamente?
Le linee guida affermano che il dosaggio è diverso a seconda se si è donna (2000 UI), uomo (3000 UI) o ragazzo (1000 UI) o bambino (400/600 UI).
Ma il dosaggio può variare e anche di molto a seconda delle necessità.
Quindi è bene sempre non affidarsi al fai da te, ma a chi può consigliarvi al meglio secondo le vostre esigenze e il vostro caso.
In letteratura si trova che la somministrazione quotidiana di 10 mila UI di vitamina D corrisponde alla dose che il nostro organismo produce sotto l’azione dei raggi del sole in soli venti minuti.
Assumere queste dosi durante tutto l’anno ha quindi lo stesso effetto, anche durante l’inverno.
Quali sono i valori ottimali di vitamina D?
L’insufficienza è classificata tale con valori tra 50 e 75 nmol/L, mentre una vera e propria carenza è definita da livelli inferiori a 50 nmol/L.
Il deficit di vitamina D è piuttosto frequente e anche in paesi con forte irradiazione solare.
Questo perché ci esponiamo poco e ci copriamo troppo e ciò impedisce alla pelle di produrre i precursori della vitamina D.
Chi ha la pelle scura poi ha maggiore difficoltà ad attivare la cascata enzimatica, che porta alla produzione di vitamina D.
In più la risposta individuale alla vitamina D e conseguente differente sua produzione (o assorbimento nel caso di integrazione) è importante da tenere in considerazione.
Vitamina D e sistema immunitario
La vitamina D è fondamentale per rafforzare la nostra immunità.
Riconosce i patogeni e ne promuove la fagocitosi da parte delle cellule preposte, stimola l’attività antimicrobica e sopprime l’azione infiammatoria che i patogeni possono provocare.
Non solo.
Riduce anche i disordini autoimmuni, aiutando così a ridurre la produzione di auto anticorpi, che stanno alla base delle patologie autoimmuni.
Vitamina D e intestino
È noto che la vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio a livello intestinale.
Ma numerosi studi hanno mostrato come influenzi la composizione del microbiota intestinale e la struttura del suo epitelio anche per altro.
Soprattutto per le infiammazioni intestinali come il morbo di Crohn e/o coliti ulcerose.
Chi soffre di queste patologie si trova al centro in un circolo vizioso, in cui l’infiammazione impedisce il corretto assorbimento della vitamina D.
Quest’ultima d’altra parte, se presente nella corretta concentrazione, mantiene l’integrità della barriera intestinale e quindi il giusto assorbimento della vitamina stessa, che quindi può svolgere al meglio le sue funzioni, tra cui quella di protezione dalle infiammazioni intestinali.
I ricercatori hanno constatato che una supplementazione di vitamina D ad alti dosaggi comporti un miglioramento del microbiota e della protezione della barriera intestinale e di conseguenza a una riduzione delle infiammazioni.
Vitamina D e pelle
Il ruolo della vitamina D sulla pelle è quello di regolatore della sua fisiologia.
Facendo in modo che i vari strati della pelle siano in salute, la protegge dalle radiazioni solari e da infezioni batteriche e fungine.
La principale sorgente naturale di vitamina D è costituita dalla sua produzione proprio a livello della pelle e grazie alla reazione chimica tramite cui, partendo dal colesterolo (uno dei lipidi presenti nelle membrane della pelle) e attraverso l’esposizione alla luce solare, si arriva appunto alla vitamina D.
Fonti di Vitamina D
La vitamina D può essere anche assunta attraverso l’alimentazione, ma solo pochi alimenti sono sue buone fonti (pesce, fegato, tuorlo dell’uovo, alcuni funghi e poco altro).
Sia la vitamina D prodotta grazie all’esposizione solare sia quella introdotta con gli alimenti sono forme biologicamente non attive, per cui necessitano di essere trasformate e convertite nella loro forma attiva tramite un enzima.
Questo processo avviene nel fegato e nei reni.
In particolare, la forma inattiva (il colecalciferolo) viene trasformata in calcifediolo, che a sua volta viene convertita in calcitriolo, che è la forma attiva di vitamina D.
Il calcitriolo circola nel sangue e interagisce con le cellule dei vari tessuti più come un ormone che come una vitamina. Per questo la vitamina D viene detta ormone.
La vitamina D può anche essere assunta attraverso integratori e può essere di derivazione animale, da lanolina, oppure vegetale, da Lichene islandico.
E può presentarsi in forme farmaceutiche diverse: in gocce oleose, in perle o compresse o gommose masticabili.
Nel caso degli integratori la concentrazione di vitamina D è nota e può essere modulata a seconda delle esigenze e necessità:
Approfondimento
Abbiamo sottolineato l’importanza di un’assunzione giornaliera e vicino a un pasto della vitamina D.
Se poi è assunta a cena, aiuterà anche il sonno nella sua qualità e nella sua durata. Questo perché interviene nei processi di produzione della melatonina, l’ormone che regola i ritmi circadiani del sonno/veglia.