Quando si parla di melatonina in generale si pensa alla difficoltà a dormire per jet lag, turni di lavoro o cambio di stagione.
Recentemente viene raccomandata anche per il trattamento di malattie importanti, come i tumori, oltre che per la fibromialgia e per la sindrome di stanchezza cronica.
La melatonina ha anche la proprietà di influenzare in maniera positiva la tiroide ed è un po’ la regista per tutti gli ormoni prodotti nel nostro organismo.
Viene prodotta dalla ghiandola pineale, che è l’orologio deputato al controllo del nostro organismo.
Infatti non solo controlla il ritmo circadiano (quello che regola le fasi del sonno e della veglia), ma anche quello biologico (quello che regola le tappe e i cambiamenti ormonali, come l’arrivo della pubertà e quello della menopausa).
E dato che col passare del tempo la ghiandola pineale produce sempre meno melatonina, è “normale” dormire meno e male.
Dormendo poco, l’invecchiamento viene accelerato.
Ricerche recenti hanno cercato di dimostrare che assumendo la melatonina in integratore quando i suoi livelli cominciano a calare, è possibile oltre che regolare il sonno, anche rallentare, fermare e in certi casi persino invertire gli effetti dell’invecchiamento.
Questo succede perché la melatonina, oltre a risincronizzare i ritmi circadiani del sonno e della veglia, è capace anche di farlo per il sistema endocrino.
Secondo queste ricerche, assumendo melatonina, si mette a riposo la ghiandola pineale, proteggendola dall’invecchiamento e rallentando così il processo di degenerazione delle cellule dei vari organi e tessuti.
La ricerca si è soffermata soprattutto su donne in menopausa perché la menopausa è il segnale inconfondibile che il corpo di una donna sta invecchiando, ma il risultato vale per tutti, anche per gli uomini e anche per donne ancora fertili.
Nelle donne in menopausa sottoposte ai test di ricerca, i risultati sono stati sorprendenti: in alcuni casi si è verificata una specie di rinascita della fertilità oltre che del ciclo mestruale!
Naturalmente i risultati più evidenti si sono avuti in donne giovani con disturbi del ciclo o in quelle in premenopausa o in menopausa da poco tempo, rispetto a quelle in menopausa da anni.
La melatonina è stata in grado anche di regolare la funzione tiroidea, che nelle donne vicino alla menopausa spesso non è equilibrata, lavorando troppo o troppo poco.
Spesso si verifica una scarsa secrezione di ormoni tiroidei T3 e T4: la somministrazione di melatonina è in grado di ripristinare il loro rilascio corretto e di conseguenza ripristina il corretto funzionamento della tiroide stessa.
Lo stesso studio ha messo in evidenza anche una riduzione della depressione, uno dei sintomi purtroppo più comuni nelle donne che entrano in menopausa.
Allo stesso modo si è notata una riduzione delle vampate di calore, delle palpitazioni notturne e la qualità del sonno è decisamente migliorata.
Secondo i ricercatori di questo studio, la melatonina agisce come adattogeno ormonale, contribuendo ad equilibrare la funzione delle ghiandole surrenali, della tiroide e degli ormoni riproduttivi.
Altri effetti rilevati sono la riduzione della pressione sanguigna, il bilanciamento dei livelli di cortisolo, l’aumento del colesterolo buono HDL, …
Bastano piccole dosi di melatonina per godere dei suoi effetti benefici (1 mg al giorno).
Va assunta un’oretta prima di andare a dormire per avere una buona riserva nel momento del picco notturno, cioè quando l’organismo andrebbe naturalmente a produrla.
Così, oltre a riposare meglio, è possibile mettere a riposo la ghiandola pineale e rimandare e rallentare il processo di invecchiamento.