Lo zinco è un micro-nutriente che prende parte a diversi complessi enzimatici importanti per il nostro organismo.
Uno di questi per esempio è la superossido dismutasi, che ha azione antiossidante.
Lo zinco vanta svariate proprietà, oltre a quella antiossidante.
- È fondamentale per garantire il corretto funzionamento di molti ormoni, soprattutto quelli della crescita e quelli sessuali.
- Garantisce la salute della pelle, delle ossa, delle unghie e dei capelli.
- Ha attività anti-microbica che svolge a livello del sistema immunitario, influenzando la reattività dei linfociti T (le cellule che riconoscono i patogeni e attivano il sistema immunitario).
- Riduce l’acne grazie alla sua attività anti-microbica che si svolge anche a livello topico.
- Inoltre, nel caso in cui dovessero manifestarsi delle tossicità da metalli, grazie alla sua capacità di legarli, ne diminuisce l’assorbimento.
Quanto zinco assumere e in che forma?
La dose giornaliera raccomandata di zinco varia a seconda delle necessità e dell’età: nei bambini è pari a 10 mg, negli adolescenti circa 15 mg, nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento rispettivamente 15 e 19 mg, in un adulto 20 mg.
La forma chimica che lo rende maggiormente biodisponibile e quindi più efficace è quella picolinata o gluconata o liposomiale.
Ma da quali alimenti possiamo assumere zinco?
Gli alimenti più ricchi di zinco sono il fegato, la carne di manzo, le ostriche, i crostacei, i gamberoni, i semi di zucca, il lievito di birra ed il formaggio.
Per questo motivo chi segue una dieta vegetariana o vegana ha spesso delle carenze, anche perché la biodisponibilità dello zinco è scarsa: rispetto alla quantità che noi ingeriamo, solo il 20-30% viene assorbito ed utilizzato dal nostro organismo.
In più, la sua biodisponibilità spesso è bassa per via della presenza nella dieta di ingredienti, come fitati, fosfati organici e calcio, che ne compromettono l’assorbimento a livello intestinale perché si legano ad esso.
Lo zinco in azione contro Coronavirus e Rhinovirus
I ricercatori dell’università di Sechenov, in Russia, in collaborazione con i colleghi della Germania e della Grecia, hanno esaminato l’effetto dello zinco, sia in prevenzione sia in trattamento, in caso di infezioni virali e di polmonite (anche su quelle causate da SARS-CoV-2).
I risultati sono stati pubblicati nel giornale internazionale di medicina molecolare e riportano che un deficit di zinco facilita il rischio di infezione e può portare a malattia grave.
Lo zinco infatti diminuisce la replicazione virale, preserva l’immunità antivirale, attenua il rischio di iperinfiammazione, supporta gli effetti antiossidanti e quindi riduce il danno polmonare e migliora il movimento mucociliare, rafforzando l’integrità dell’epitelio e diminuendo la replicazione virale.
In più la sua azione riduce al minimo le infezioni secondarie.
Approfondiamo
Lo zinco è necessario per il metabolismo ed il funzionamento del sistema riproduttivo, cardiovascolare e nervoso.
È importantissimo per il sistema immunitario, in particolare per la proliferazione e la maturazione dei globuli bianchi (alcuni di questi catturano e “digeriscono” i microrganismi, altri producono anticorpi).
Inoltre, lo zinco è fondamentale nella regolazione dell’infiammazione.
Quindi, in sintesi, livelli normali di zinco supportano un organismo e gli fanno avere più resistenza verso i processi infiammatori e verso le malattie infettive.
Riguardo a SARS-CoV-2, gli scienziati hanno esaminato i risultati degli studi sull’uso di zinco per aumentare l’immunità ed impedire l’infezione e il risultato ha indicato che può rallentare il lavoro di sintesi dell’enzima RNA polimerasi di questo e di tutti i coronavirus e può sopprimere così la loro diffusione nell’organismo.
Zinco e Rhinovirus
I Rhinovirus includono gli agenti patogeni delle malattie respiratorie acute, come raffreddore e sinusite.
Studiando l’effetto dello zinco si è notato che la sua presenza sopprime la replicazione del virus e stimola la produzione di alfa-interferone, una proteina che ha attività antivirale.
Non solo.
Una sua carenza aumenta la predisposizione alle infezioni e influenza anche la durata della malattia.
Numerosi studi, fatti anche sullo sviluppo di polmoniti, mostrano la sua efficacia sia nella severità dei sintomi della malattia sia nella sua durata.
Zinco e infiammazione
Un’altra applicazione importante dello zinco è nella modulazione dell’infiammazione.
Gli studi più recenti indicano che l’effetto antinfiammatorio dello zinco diminuisce il danno al tessuto polmonare durante una polmonite.
Allo stesso tempo, aiuta l’organismo ad avere maggiore resistenza ai batteri, per cui fa da scudo anche contro eventuali infezioni secondarie che possono affiancarsi.
Conclusioni
Grazie agli studi fatti sullo zinco, che hanno confermato i presupposti di efficacia, si può affermare che può essere un valido aiuto sia nella prevenzione sia nel trattamento e anche in presenza di eventuali complicazioni da infezioni virali, anche da COVID-19.
Le proposte a base di Zinco che puoi trovare da Clorofilla: