La gemmoterapia è un metodo terapeutico, di ambito fitoterapico, che utilizza tessuti vegetali freschi allo stato embrionale (i tessuti meristematici), quali le gemme o altri tessuti in via di accrescimento, come i giovani getti, le giovani radici, semi, scorza di radici o di fusti giovani).
È il metodo che utilizza acqua, alcool e glicerina per estrarre i principi attivi delle Piante medicinali nei loro tessuti embrionali.
Questi si caratterizzano per un intenso ritmo di moltiplicazione cellulare e di processi che concorrono alla formazione dei tessuti e degli organi della pianta: il gemmoderivato risulta essere un concentrato di energia vitale, in grado di attivare i processi biologici dell’organismo.
I tessuti embrionali infatti contengono fattori di crescita che controllano e regolano lo sviluppo armonioso dei tessuti.
Non a caso le sostanze contenute hanno la potenzialità di aiutare le cellule del nostro corpo a riparare i “guasti” dovuti per esempio allo stress ossidativo.
L’efficacia dei gemmoderivati deriva dall’impiego del fitocomplesso e cioè dall’insieme dei componenti della Pianta.
Vari sono gli studi intrapresi volti a verificare la loro validità terapeutica.
È stata così dimostrata l’azione antinfiammatoria e antiallergica del Ribes nigrum, così come l’azione sedativa e rilassante di Tilia tomentosa, così come l’attività sul sistema cardio-vascolare di Crataegus oxyacantha e quella ipotensiva di Olea europea.
Giusto per citare i più conosciuti.
Per la sua particolare azione sugli organi emuntori del corpo, la gemmoterapia assicura una profonda e durevole azione depurativa di disintossicazione, che pone ogni organismo nelle sue migliori condizioni.
Tra l’altro senza tossicità alcuna.
Infatti nonostante la sua efficacia, la gemmoterapia si integra perfettamente nell’ideale terapeutico di Ippocrate, secondo cui “il corpo tramite la gemmoterapia guarisce liberandosi senza alcun rischio da ciò che lo sovraccarica”.
Il drenaggio tramite gemmoterapia consiste nella blanda stimolazione di uno o più organi (fegato, reni, intestino e pelle) con funzione di eliminazione delle tossine.
Effettuato nella maniera corretta, il drenaggio pone nelle condizioni migliori per recuperare un equilibrio alterato e per rispondere in modo ottimale a una terapia, che sia naturale o di sintesi (quindi prima o durante un trattamento) oppure per disintossicarsi da una terapia di sintesi (quindi dopo il trattamento).
Regola fondamentale per effettuare un buon drenaggio è quella di stimolare blandamente (e con dose dimezzata) da quella solita gli organi emuntori, cioè aumentare diuresi, coleresi, transito intestinale, secrezione di ghiandole sudoripare, …in maniera non aggressiva.
Lo scopo è quello di aumentare in modo equilibrato le funzioni fisiologiche di depurazione dell’organismo e di determinare un’azione disintossicante profonda a livello del “terreno”.
Il termine “terreno” indica l’insieme dei fattori costituzionali e acquisiti che sono presenti alla comparsa di una patologia e che possono favorirne l’insorgenza.
Secondo questa teoria, lo stato di salute dipende dall’equilibrio tra terreno individuale e sollecitazioni ambientali; equilibrio che si può alterare e condurre a uno stato di malattia.
Per facilitare il ritorno alla salute è necessario diminuire il carico tossico, stimolando l’attività dei vari organi emuntori.
È questo il ruolo del drenaggio gemmoterapico.
E le piante più consigliate per questo sono i “tre moschettieri della gemmoterapia”: Fumaria, Carciofo, Tarassaco.
Questi possono essere associati anche ad altri gemmoderivati a seconda dell’organo emuntore che si vuole stimolare di più: per esempio, Viola tricolor per la pelle in caso di acne oppure Ginepro per stimolare ancora di più l’eliminazione delle tossine dal fegato.
Le parti vegetali utilizzate per la preparazione dei gemmoderivati, o macerati glicerici, sono raccolte nel loro tempo balsamico, generalmente verso la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, al momento in cui è massima la concentrazione dei principi attivi che li caratterizzano.
È buona norma, in caso di necessità di più gemmoderivati diversi, non associarli nello stesso flacone per evitare di provocare reazioni farmacologiche interne che possono modificare o alterare le loro terapeutiche.
Va benissimo assumere più gemmoderivati anche contemporaneamente, ma conservati in flaconi separati.
È possibile miscelarli nello stesso bicchiere di acqua estemporaneamente, ma subito prima della loro assunzione.
La gemmoterapia risulta particolarmente indicata nei bambini (al di sopra dei due anni per la presenza di alcool), negli anziani, nei soggetti allergici, nelle donne in gravidanza o in allattamento (anche se in quest’ultimo caso, in via precauzionale, è bene attenersi alla regola generale per cui ogni intervento terapeutico, che sia naturale o di sintesi, deve essere effettuato solo se strettamente necessario, per un tempo limitato e dietro consiglio di un medico che conosca anche la Fitoterapia).
E fino ad oggi non sono state segnalate reazioni avverse, interazioni farmacologiche o effetti collaterali.
La posologia in generale è di 50 gocce fino a tre volte al giorno, in mezzo bicchiere di acqua, da assumere generalmente 15 minuti prima dei pasti principali, per almeno venti giorni consecutivi e per più mesi se necessario.
E’ buona norma trattenere in bocca prima di deglutire per circa un minuto oppure sorseggiare lentamente per favorire un assorbimento ottimale.
Qualche autore consiglia di sciogliere le gocce in acqua calda per favorirne l’assorbimento (stratagemma che fa anche evaporare l’alcool presente e che rende l’assunzione da parte dei bambini e da chi non lo tollera più idonea).