La Glutammina è un amminoacido non essenziale prodotto naturalmente dall’organismo e che si trova anche in alcuni alimenti come la carne di manzo, di pollo, di pesce, nelle uova, nei latticini e in alcuni frutti e verdure.
La sua sintesi avviene soprattutto a livello muscolare a partire da altri amminoacidi: arginina, ornitina e prolina.
La sua forma biologicamente attiva è la L-glutammina e viene usata soprattutto dagli sportivi per aumentare la massa muscolare e per recuperare in fretta la stanchezza del dopo sport.
È stata studiata anche riguardo alla sua capacità di mantenere in salute e quindi in buon funzionamento la normale funzione immunitaria.
Così come per la sua attività contro l’ossidazione e la formazione di radicali liberi (soprattutto per gli sportivi, sottoposti ad ossidazione muscolare).
Oggi diversi studi in vitro e in vivo dimostrano che sia utilissima anche contro la sindrome del colon irritabile e per proteggere lo stomaco dalle ulcere gastriche, anche quelle causate dal batterio Helicobcter pylori.
Quando è presente questo batterio, la risposta immunitaria è forte, ma non abbastanza da liberarsi dalla sua infezione.
Di solito quindi si ricorre agli antibiotici, che debellano il batterio, ma non aiutano a compensare i danni sulle pareti dello stomaco che eventualmente può aver lasciato.
Ecco che può entrare in gioco la Glutammina, che abbassa il livello di infiammazione, risana le ulcere e protegge dalla gastrite.
In questo senso può essere una valida alternativa ai cosiddetti “protettori gastrici”, che sono ottimi farmaci in grado di controllare le lesioni dello stomaco, ma solo se usati per tempi brevi (al massimo per un mese).
Il problema di questo tipo di farmaci è che vengono prescritti per tempi troppo lunghi e questo facilita l’insorgenza di effetti collaterali gravi.
Infatti cancellare e inibire l’acidità dello stomaco (che oltre ad essere lo strumento per facilitare la digestione è anche una difesa contro l’ingresso di batteri), si può trasformare più in danno che in beneficio.
Chi fa uso prolungato di inibitori di pompa protonica può infatti andare incontro a disturbi importanti come mal assorbimento dei nutrienti, allergie alimentari, artrite, rischio di infarto, carenza di vitamine (soprattutto B12), demenza, malattie degenerative, …
Cosa fare allora se si soffre di gastrite persistente e reflusso?
Intanto masticare bene per facilitare il lavoro dello stomaco (la prima digestione avviene davvero in bocca!), aiutare il completamento della digestione con l’assunzione di enzimi digestivi e magari anche di colostro (il primo liquido secreto dalle ghiandole mammarie, molto ricco di cellule immunitarie), che riequilibra la mucosa gastrica e intestinale.
Esistono poi delle formulazioni naturali, efficaci e sicure, che possono essere usate anche per tempi lunghi, che aiutano ad affrontare il disagio di una gastrite e di un reflusso insistenti.
Come per esempio compresse masticabili che aiutano a digerire meglio e a ridurre l’acidità (a base per esempio di Liquirizia, Aloe vera e calcio carbonato).
Assumendo poi la L-glutammina, questa aiuterà a riparare le mucose digestive.
Quindi in caso di ulcere, anche micro, non solo favorirà la loro cicatrizzazione, ma aiuterà anche ad alleviare il sintomo e il disagio del bruciore gastrico e di un intestino infiammato.